lunedì 16 marzo 2009

Movimento 20 percento (dell'IRPEF)...

Qui (attenzione: è un documento pdf) trovate un documento interessante, proposto dai sindaci del Veneto e condiviso ampiamente tra le varie parti politiche.

mercoledì 11 marzo 2009

Due dubbi sul piano casa del governo

«[...] La norma non aiuta la riqualificazione delle parti più degradate delle città, mentre concorre a rafforzare le tendenze dello sviluppo territoriale di questi anni [...]»

«[...]La norma beneficia principalmente la proprietà, non l’impresa. La norma distribuisce rendita, ed è tutto da dimostrare che una simile decisione vada a premiare le imprese più innovative e capaci, quelle che da una crisi come quella attuale meriterebbero di uscire più solide e forti. La proprietà, ad esempio, potrebbe limitarsi a incassare il plusvolume in attesa di tempi migliori (i valori dei terreni sono legati a quelli delle abitazioni), oppure far pagare a prezzo pieno il volume edificabile percepito con effetti discutibili sulla distribuzione del valore, più da società ancien régime che da economia liberale centrata sull’impresa.»

(da www.firstdraft.it)

domenica 8 marzo 2009

La Festa della donna

"In fondo, la celebrazione dell’8 marzo riguarda soprattutto il lavoro, perché ricorda la vicenda di 129 operaie morte per aver scioperato contro le condizioni terribili cui erano costrette." (Elisabetta Ambrosi, su Europa)

giovedì 5 marzo 2009

Nuovamente sul referendum

“Il governo vuole che si voti in due date distinte per non far passare il referendum al quale la Lega è ostile. Votiamo in una sola data. Sono certo che la maggioranza ci accuserà di demagogia come fanno per tutte le nostre proposte, ma noi presentiamo numeri precisi. La sicurezza è un tema che hanno sventolato in campagna elettorale ma i fatti sono questi: tre miliardi di tagli in tre anni, 500 vetture ferme per le riparazioni. Noi lanciamo una proposta al governo: si voti il 7 giugno, abbinando il referendum alle elezioni, e i 400 milioni di euro che cosi' verranno risparmiati, vengano destinati alla sicurezza: per la benzina, per riparare le auto, per assumere 5000 agenti" (Dario Franceschini, segretario del Partito Democratico, oggi)

lunedì 2 marzo 2009

Ancora sul Referendum

Sembra incredibile ma c’è il fondato sospetto che, pur di salvaguardare gli equilibri politici interni al centrodestra, il governo preferisca escludere dall’”election day” delle europee e delle amministrative previsto il 6-7 giugno 2009 il voto sul referendum abrogativo dell’impopolare “legge-porcata”. Rinviare il referendum in solitudine a una data successiva, significa naturalmente garantirsi il mancato raggiungimento del quorum (50% degli aventi diritto al voto). Ma significa anche sobbarcare all’erario pubblico una spesa aggiuntiva che il sito www.lavoce.info calcola, al ribasso, in 400 milioni di euro.
Il conto è presto fatto: pur di assecondare l’opposizione della Lega, che in caso di vittoria dei “Sì” dovrebbe scegliere se presentarsi nelle liste Pdl o vedere assottigliata la sua rappresentanza parlamentare, si preferisce dissipare una quantità di denaro equivalente allo stanziamento della “social card” per i cittadini più poveri.
Bella prova di democrazia e di sensibilità per le fasce deboli della popolazione, vero? Verrebbero letteralmente buttati via 400 milioni di costi strutturali, più le altre spese indirette collegate, all’unico scopo di impedire che un referendum già convocato grazie alle firme di 800 mila cittadini (di entrambi gli schieramenti politici) possa conseguire il quorum.
Lo spreco di risorse pubbliche farebbe così il paio con uno smaccato scippo di democrazia. Altro che le favole sui tagli dei costi della politica. La salvaguardia della casta nordista, senza alcuna giustificazione presentabile, si manifesterebbe come uno sberleffo mentre il governo è impegnato nel difficile reperimento di fondi da destinare al sostegno delle famiglie e delle imprese.
(Gad Lerner, da La Repubblica del 1 marzo 2009)